venerdì 27 aprile 2018

A sottolineare all'opinione pubblica quanto sia importante osservare il Regolamento Europeo Privacy ci ha pensato WhatsApp.

Il Regolamento UE 2016/679 sulla protezione dei dati personali è l'innovazione più significativa in materia di protezione dei dati personali degli ultimi anni, che tocca in particolare i cittadini dell'Unione Europea.

Già in vigore dal 25 maggio 2016, il Regolamento europeo GDPR 2016/679, conosce la sua massima notorietà a inizio del 2018, quando a ridosso della scadenza del 25/05/2018, che prevede la piena applicazione da parte di tutti, viene "richiesto" ai colossi dei "social network", più attenzione ai dati personali delle persone fisiche dei quali entrano in possesso affinché non si ripetano episodi di Data Breach (si pensi a Facebook con dati finiti in modo improprio nei server della società inglese di analisi di big data). 

Uno degli obblighi previsti dal Regolamento generale in materia di protezione dei dati (GDPR), nel comma 85 indica che i titolari devono notificare all’Autorità di controllo le violazioni di dati personali di cui vengano a conoscenza entro 72 ore, e comunque senza ingiustificato ritardo. 

A sottolineare all'opinione pubblica quanto sia importante osservare il Regolamento Europeo Privacy ci ha pensato WhatsApp. I vertici aziendali di questa importante APP di messaggistica tanto diffusa e utilizzata sopratutto dai giovanissimi, a fine aprile 2018 hanno annunciato, che con l'applicazione da parte di tutti i Paese membri dell'EU del GDPR 2016/679, dal 25 maggio 2018 WhatsApp non sarà "permessa" agli under 16 anni.

In Italia il Garante della Privacy pone attenzione al cambiamento introdotto dal Regolamento 679 e alle innovazioni che lo stesso ha introdotto. Pubblica frequentemente sul suo sito internet linee guida, video (dal Canale Youtube istituzionale del Garante), FAQ (risposte alle domande più frequenti) e documenti che sono molto utili a chiarire agli interessati al trattamento dei dati personali quali siano i lori diritti e come possono esercitarli per esempio per richiedere che i dati che li riguardano vengano corretti, cancellati fino ad arrivare al "diritto all’oblio".

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