venerdì 9 settembre 2011

MOG 231

DAE anche in fabbrica?
pubblicato il: 9 settembre 2011 alle ore 08:40
fonte: MOG 231
link: http://www.mog231.it/dae-anche-in-fabbrica/

*1 ogni 19 minuti*. Con questa frequenza si presentano in Italia i
casi di morte (60 mila ogni anno) per arresto cardiaco improvviso. 
Per aggredire il fenomeno si ricorre, negli ospedali e nelle
autoambulanze, anche al *defibrillatore*, uno strumento medico che è
in grado di ristabilire una condizione cardiaca stazionaria 
attraverso l'applicazione di una scarica di corrente elettrica. Viene
considerato utile ed efficace per combattere il fattore tempo in
presenza di una situazione estremamente pericolosa, perchè è
opinione diffusa che ogni minuto in più trascorso dall'evento che
ha colpito il paziente, rappresenta il 10% in meno delle possibilità
che lo stesso possa essere salvato.

La rilevanza, altamente sociale ed economica, del problema ha ispirato
per almeno un decennio iniziative legislative e l'Italia è stata
fra le prime a legiferare in merito all'*uso dei defibrillatori
semiautomatici (DAE)** al di fuori dell'ospedale.

Con la *legge 120 del 3 aprile 2001* si  è consentito l'uso dello
strumento anche a personale non medico a patto che questo abbia
ricevuto idonea formazione alla rianimazione cardiopolmonare (la
pratica  viene comunemente indicata con il termine di BLS-D  e cioè
Manovra salvavita mediante anche l'uso del defibrillatore).
Tuttavia, solo recentemente, un decreto del Ministero della salute
pubblicato in Gazzetta lo scorso giugno, ha operato in termini pratici
sulla materia,  tant'è che:

* Da un lato,  ha individuato  i *criteri e le modalità per
favorire la diffusione dei  defibrillatori semiautomatici
esterni*;

* dall'altro, ha stabilito che la diffusione  graduale  ma 
capillare  dei   defibrillatori semiautomatici esterni deve
avvenire mediante una distribuzione tale da *costituire una rete
di defibrillatori* che consenta l'efficacia dell' intervento
entro  quattro/cinque  minuti dall'arresto cardiaco.

Ed ancora, il decreto del giugno scorso ha prescritto che "la
*collocazione ottimale  dei   defibrillatori* deve essere
determinata in modo che gli stessi siano equidistanti da un punto  di
vista  temporale  rispetto  ai  luoghi  di  potenziale 
utilizzo". In particolare, i defibrillatori sono da *collocare in
luoghi di aggregazione cittadina  e di grande frequentazione* o ad
alto afflusso turistico, in strutture dove si registra un grande
afflusso di pubblico e, in genere, ove sia più attesa l'incidenza di
arresti cardiaci, tenendo conto comunque della distanza dalle sedi del
sistema di emergenza".

Sono molti a pensare che il DAE dovrebbe essere presente nel
*"pacchetto di pronto soccorso aziendale", previsto dal DM
388/2003*, tenuto conto che ormai da anni esistono sul mercato
specifico della cardioprotezione  prodotti del modello on line,
controllati quindi da remoto e in grado di sollevare  l'operatore
che ne fa uso dalla responsabilità della manutenzione e del corretto
funzionamento dello strumento.

Inoltre, il decreto ministeriale apparso in giugno sulla Gazzetta,
oltre che ad individuare criteri, modalità e diffusione dei DAE,  si
occupa della  f*ormazione  degli operatori addetti all'uso dello
speciale presidio sanitario*, fissando i contenuti dei relativi corsi
con riferimento ai comportamenti e alle operazioni da attivare in caso
di perdita di coscienza dovuta ad arresto cardiaco.

Saranno le *Regioni* ad affidare la realizzazione della specifica
formazione a soggetti dotati di dichiarata competenza, quali "le 
*centrali operative del sistema di emergenza 118*, i  centri  di 
formazione accreditati di altre  strutture del Servizio  Sanitario 
Regionale, delle  Università, degli Ordini professionali sanitari,
delle organizzazioni  medico-scientifiche  di  rilevanza 
nazionale,  della Croce Rossa Italiana e delle Associazioni di
volontariato nazionali e regionali operanti in ambito sanitario, degli
Enti pubblici che hanno come fine istituzionale la sicurezza del
cittadino". Non sono esclusi altri "soggetti  pubblici e
privati  operanti  in  ambito  sanitario  che, peraltro, devono
disporre di un'adeguata struttura di formazione".

Spetta anche alle Regioni di definire le *modalità di retraining
degli operatori abilitati*, che comunque deve essere effettuato ogni
due anni. L'autorizzazione all'impiego del defibrillatore, conseguita
con la frequenza dei corsi, è  riconosciuta su tutto il territorio
nazionale.

*** I semiautomatici  differiscono dai convenzionali defibrillatori
per il fatto che "sono in grado di a*nalizzare il ritmo ECG* e
determinare con precisione ed assoluta sicurezza se la defibrillazione
è necessaria. Questo elimina la necessità da parte del
soccorritore  di interpretare il ritmo cardiaco prima di emettere lo
shock e di dover scegliere l'energia da erogare".

vedi l'originale (DAE anche in fabbrica?) su: http://www.mog231.it/dae-anche-in-fabbrica/

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