giovedì 3 maggio 2012

MOG 231

L'economia verde e i rischi per i lavoratori, intervista a Pavan Baichoo ILO
pubblicato il: 3 maggio 2012 alle ore 12:44
fonte: MOG 231
link: http://www.quotidianosicurezza.it/interviste/l-economia-verde-e-i-rischi-per-i-lavoratori-intervista-a-pavan-baichoo-ilo.htm

ROMA - Il 28 aprile *ILO* ha celebrato la *"Giornata mondiale della
sicurezza sul lavoro"*. La giornata quest'anno che ha riguardato in
particolare il *"Promuovere la sicurezza e la salute nell'economia
verde"*, ovvero conoscere i rischi, attuali e futuri, di un settore in
evoluzione, per alcuni aspetti ignoto.

Anche un'economia verde non può non comportare rischi per la
sicurezza dei lavoratori, affiancati ai rischi derivabili da una
gestione scorretta del ciclo dei rifiuti e del riciclo. Per aspirare
al proprio pieno compimento, la green economy dovrà essere al
contempo sostenibile ovviamente, ma anche dignitosa e sicura.

Abbiamo intervista *Mr Pavan Baichoo* componente del Safework,
International Programme on Safety and Health at Work and the
Environment dell'ILO, Ginevra. Con il quale abbiamo discusso in merito
ai rischi sul lavoro, rischi ambientali, sostanze tossiche e amianto.

*Il 28 aprile è stata celebrata la "Giornata mondiale per la
sicurezza sul lavoro". Tema della giornata il rapporto tra le nuove, e
auspicate anche dalla stessa ILO, economie verdi, intese nelle varie
"gradazioni di verde" e i rischi per i lavoratori. Impiegati e
impiegabili in tali settori. Si apre quindi una lente di ingrandimento
sulla sicurezza di ambienti lavorativi emergenti, e poco annoverati
oggi nei dibattiti riguardanti incidenti e prevenzione. Un nuovo
fronte aperto su scala planetaria?*

Sì. I progressi della green economy sono diventati i driver
fondamentali per realizzare uno sviluppo economico e sociale che sia
anche sostenibile. I lavori verdi sono generalmente considerati tali
quando aiutano nella riduzione dell'impatto ambientale negativo e
mirano di conseguenza alla realizzazione di economie *sia
economicamente che socialmente sostenibili*.

L'economia verde ha comunque bisogno di una base composta da una
solida regolamentazione e insieme da una forte domanda di beni e
servizi ambientali. Sorprendentemente però, nell'attuale tensione in
corso che riguarda il creare posti di lavoro in tali settori, si
osserva come gli impieghi stessi non possano essere automaticamente
definiti come *lavoro dignitoso e sicuro*. Pertanto, le discussioni
che riguardano tali impieghi, green jobs, devono affrontare e 
includere i temi del lavoro dignitoso, dei diritti dei lavoratori, la
protezione sociale, il dialogo sociale e la sostenibilità
d'impresa.

*Esposizione tellurio cadmio nell'energia solare. Un esempio di
rischio emergente. Altri si registrano nell'eolico, nell'energia
idrica, nella bioenergia. Quali e quanti i pericoli emergenti e quali
i noti invece e  applicabili ai nuovi settori.*

In tutti i nuovi settori i *rischi tradizionali per la sicurezza e la
salute sul lavoro esistono sempre*. Per esempio, sia nel solare che
nell'eolico si può evocare quanto utile alla sicurezza nelle
costruzioni, nella chimica. A queste aree di rischio tradizionali, si
debbono aggiungerne altre, e inoltre *nuovi rischi emergeranno insieme
all'espansione del settore*.

La produzione dei pannelli solari è considerata un lavoro verde, ma
la produzione di un pannello utilizza sostanze pericolose, nuove o
già note, nano materiali, e alcune sostanze ad esempio sono
correlabili a quanto utilizzato nella manifattura di semiconduttori.
Contiunando, i materiali utilizzati attualmente per il fotovoltaico
sono il silicio monocristallino, il silico policristallino, il silicio
microcristallino, il telluro di cadmio, il seleniuro di indio
rame/solfuro.

E ancora, un uso crescente di pannelli solari potrebbe creare poi una
*nuova generazione di rifiuti elettronici*, al termine di una cilco
che si stima possa durare tra i 20 e i 25 anni. E i pannelli solari
contengono non solo materiali abitutali dei rifiuti elettronici, ma
altri emergenti e nuovi che costituiscono sfide future per il loro
riciclaggio.

*Quanto un'evoluzione del mercato del lavoro e dell'economia deve
essere oltre che verde e sostenibile anche sicura e conscia, al fine
di completare il proprio percorso e la propria definitiva
affermazione.*

La naturale paura della transizione verso un'economia verde è ciò
che potrà causare gravi sconvolgimenti economici e una perdita di
posti di lavoro. Le persone rimarranno catturate in un aspetto
negativo del cambiamento se resisteranno a esso o se non vedranno un
futuro per se stessi in esso. I lavoratori, le comunità e le regioni,
in particolare quelle che fanno abituale affidamento su risorse
estrattive, avranno bisogno di assistenza e mezzi di sostentamento per
negoziare il passaggio a nuove competenze, tecnologie. Stanno nascendo
voci, richieste, che mirano a  un'*equa e giusta transizione*, dove i
soggetti danneggiati dai cambiamenti dovranno essere adeguatamente
assistiti, e le nuove opportunità create  condivise da gruppi di
lavoratori, collegi elettorali, sociali e comunità.

*Le normative europea, italiana, sulla sicurezza sul lavoro ha preso
in considerazione il fatto di doversi rimodellare su tali nuove
criticità? Lo sta facendo?*

L'UE ha riconosciuto che il passaggio ad un'economia verde potrebbe
avere ripercussioni sulla sicurezza e salute sul lavoro. Con questo in
mente, l'UE guarda contemporaneamente sia alla creazione di posti di
lavoro sia all'*impatto della tecnologia verde sulla sicurezza e la
salute sul lavoro*, impatto da condurre e seguire passo passo con la
nascita di nuovi posti di lavoro. L'Agenzia europea per la sicurezza e
la salute sul lavoro (EU-OSHA) di Bilbao osserva e monitora questi
fenomeni attraverso il *"Foresight of new and emerging risks to OSH
Associated with new technologies in Green Jobs"*. Questo progetto mira
a prevedere il potenziale impatto che le nuove tecnologie potrebbero
avere sulla salute e sicurezza nei lavori verdi, al fine di garantire
l'osservanza di norme che riescano ad assicurarla. Fornirà
osservazioni utili alle politiche dell'Unione europea. L'Italia gioca
un ruolo in questo processo.

*La gestione dei rifiuti. Un aspetto che oltre a quello ambientale
pone un'altra faccia. La sicurezza dei lavoratori addetti al riciclo.
Quali i rischi alla loro sicurezza.*

In un mondo che si trova a confrontarsi con prezzi crescenti delle
materie prime e volumi crescenti di rifiuti spesso pericolosi,
riciclare sarà sempre più importante per garantire la sicurezza, la
salute e l'ambiente. Senza una buona gestione dei rifiuti sul posto di
lavoro, il danno per l'ambiente non può essere fermato.

I rischi associati ai rifiuti sono molteplici, a seconda di come gli
stessi vengono riciclati. Per esempio, gli elettronici *(e-waste)*
fanno parte attualmente del più grande flusso di rifiuti e in
crescita. L' e-waste è classificata come pericolosa, quindi
complessa e costosa da trattare in modo ecologicamente corretto e vi
è una generale carenza nella legislazione e nella sua esecuzione.
Comprende frigoriferi, condizionatori, lavatrici, forni a microonde,
lampadine fluorescenti, e prodotti elettronici come computer e
accessori, telefoni cellulari, televisori e impianti stereo. Tali
apparecchi elettronici contengono più di 1000 sostanze diverse, che
rientrano nelle categorie "pericoloso" e "non pericoloso"  e sostanze
chimiche dalla tossicità ignota.

In generale ancora, i prodotti elettronici sono costituiti da metalli
ferrosi e non ferrosi, plastica, vetro, legno e compensato, circuiti
stampati, cemento e ceramica, gomma e altri oggetti. Ferro e acciaio
ne costituiscono circa il 50%, seguiti da plastica (21%), metalli non
ferrosi (13%) ed altri costituenti. Spesso contengono ostanze
persistenti, bioaccumulabili e tossiche tra cui metalli pesanti come
il piombo, nichel, cromo, mercurio e inquinanti organici persistenti,
come bifenili policlorurati, bromurati.

I rischi principali per la salute umana quindi e per l'ambiente
derivano dalla presenza di ognuna delle sostanze e dei materiali
citati. Potremmo in tre gruppi infie le *sostanze che possono essere
rilasciate durante la lavorazione, il recupero* e che dovrebbero
essere motivo di prevenzione: i costituenti di attrezzature
informatiche, come il piombo e il mercurio; sostanze che possono
essere aggiunte in alcuni processi di recupero, come il cianuro;
sostanze da processi di riciclaggio, come le diossine.

Il rapporto ILO affronta una decina di settori considerati "caldi". Ne
citiamo uno in particolare. Lo smantellamento delle navi. Quali rischi
in questo settore, e quanto amianto c'è sulle navi, nel mondo.

La *demolizione di navi* è un processo impegnativo, a causa della
complessità strutturale delle navi stesse e per i rischi ambientali,
di sicurezza, sanitari. È una delle attività più pericolose del
settore marittimo. Rischi primari associati a essa includono, sostanze
pericolose e rifiuti, rischi fisici, rischi meccanici,  rischi
biologici, i rischi ergonomici, psico-sociale, sommati inoltre a
rischi generici e preoccupazioni generali.

I pericoli vengono quindi dalla complessità strutturale delle navi e
dalle esposizioni possibili a notevoli quantità di *materiali
pericolosi* e nocivi come l'amianto, oli e morchie, vernici tossiche
come il tributilstagno (TBT), PVC, IPA, metalli pesanti nelle vernici,
bifenili policlorurati (PCB), isocianati, acido solforico, piombo,
mercurio. A questi potremmo aggiungere il rumore in eccesso e il
rischio incendio ed esplosioni. Queste sostanze inoltre non solo
possono intossicare i lavoratori, ma a volte rischiano di essere
gettate  nelle acque del suolo e delle coste.

Per quanto riguarda l'*amianto*, una nave di medie dimensioni può
contenere fino a 7 tonnellate di amianto, che spesso viene venduto
nelle comunità locali, dopo la demolizione.

*Un' ultima domanda riguardante il progetto SOLVE, progetto di
formazione per i formatori che sta per partire. Di cosa si tratta.*

ILO ha ideato il progetto SOLVE con l'obiettivo di integrare la
promozione della salute sul luogo di lavoro. I programmi e i pacchetti
formativi del progetto SOLVE si concentrano su come prevenire i rischi
psicosociali e promuovere la salute e il benessere sul luogo di lavoro
attraverso la progettazione di attività e politiche.

La nuova versione affronta 12 aree tematiche e le loro interazioni. Le
aree sono: "Introduzione al metodo, la gestione della promozione della
salute sul posto di lavoro, stress lavoro-correlato, alcol e droga sul
lavoro, violenza sul lavoro, l'HIV e l'AIDS sul posto di lavoro,
tabacco e sul posto di lavoro fumo di seconda mano, nutrizione sul
posto di lavoro, l'attività fisica per la salute; sonno sano, lo
stress economico. Il pacchetto formativo comprende: una  cartella di
lavoro, una guida, il piano delle lezioni, un CD-ROM con PPT e
materiale di base.

SOLVE utilizza il metodo del dialogo sociale per promuovere
l'attuazione di iniziative di successo sul posto di lavoro e nelle
comunità, con il coinvolgimento dei datori di lavoro, lavoratori,
governi, servizi pubblici e le ONG. La versione inglese del pacchetto
formativo è già disponibile on line nella pagina Safework.

*Leggi anche:* 28 aprile, Giornata mondiale della sicurezza sul lavoro
ILO.

*Info:* SOLVE (inglese).



vedi l'originale (L'economia verde e i rischi per i lavoratori, intervista a Pavan Baichoo ILO) su: http://www.quotidianosicurezza.it/interviste/l-economia-verde-e-i-rischi-per-i-lavoratori-intervista-a-pavan-baichoo-ilo.htm

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