lunedì 2 settembre 2013

MOG 231 - Modelli di Organizzazione e Gestione

Un nuovo post "Inabilità al lavoro, rischi meccanici e psicosociali, su Eurofound studio norvegese" è stato pubblicato il giorno 2 settembre 2013 alle ore 11:14 all'interno di "MOG 231 - Modelli di Organizzazione e Gestione".

DUBLINO – Pubblicati da *Ewco* (Eurofound), Osservatorio europeo
sulle condizioni di lavoro, i risultati di uno studio condotto in
Norvegia dalla Statistics Norway, sui *rischi meccanici e sui rischi
psicosociali correlati al lavoro* che contribuiscono all'inabilità
lavorativa nella popolazione norvegese (_Work-related psychosocial and
mechanical risk factors for work disability: A three-year follow-up
study of the general working population in Norway_).

Secondo i dati pubblicati dalla ricerca, il lavoro monotono, il lavoro
che costringe a lunghi periodi in piedi, la ripetuta flessione del
collo e l'esposizione a vibrazioni del corpo intero possono
rappresentare cause importanti di inabilità al lavoro.

In Norvegia il 45% della popolazione lavorativa è esposta a questi
fattori di rischio e il 10%. è in prestazioni di invalidità, quota
superiore alla media europea del 6% (dati Ocse).

La ricerca è stata condotta con un campione di 12.550 intervistati di
età compresa tra i *18 e i 66 anni impiegati stabilmente in un lavoro
retribuito per almeno 10 ore settimanali*. Le interviste sono state
ripetute dopo tre anni.

176 (il 2,6% degli intervistati) gli individui che dopo tre anni sono
risultati inabili al lavoro.

*Cinque i fattori psicosociali legati al lavoro e otto le esposizioni
meccaniche* correlabili all'inabilità al lavoro. Tra questi, il
lavoro monotono e bassi livelli di supporto da parte della
*leadership.*

Tra i rischi meccanici cause più diffuse sono l'esposizione a
vibrazioni sul corpo intero, l'esecuzione continuata di pesante
lavoro fisico, l'esposizione a posture incongrue che determinano
flessione del collo e lo svolgimento di mansioni che obbligano ad una
prolungata stazione eretta.

Tassi di disabilità sono risultati più elevati tra le *donne*, nei
lavoratori più anziani, per quelli con un minor numero di anni di
istruzione e quelli con livelli più elevati di stress psicologico e
disturbi muscoloscheletrici.

Lo studio ha infatti mostrato che il tasso di inabilità aumenta con
l'*età* ed è più alto tra le donne (3,4 %) rispetto agli uomini
(1,9 %), tra i lavoratori con livelli più bassi di istruzione
rispetto a quelli con istruzione universitaria (0,6 %).

*Per approfondire:* risk factors for work disability.

DUBLINO – Pubblicato nel sito dell'EWCO, Osservatorio Europeo
sulle Condizioni di Lavoro, i risultati di uno studio condotto dalla
Statistics Norway, sui rischi meccanici e sui rischi psicosociali
lavoro correlati che contribuiscono al inabilità lavorativa nella
popolazione norvegese ("Work-related psychosocial and mechanical
risk factors for work disability: A three-year follow-up study of the
general working population in Norway").

Obiettivo dello studio era anche definire l'impatto di questi rischi
in gruppi di lavoratori diversi per età, genere, e livello
d'istruzione.

Lo studio fornisce la prova che il lavoro monotono , il lavoro che
costringe a lunghi periodi in piedi, la ripetuta flessione del collo e
l'esposizione a vibrazioni del corpo intero sembrano essere i
predittori più consistenti e importanti di inabilità al lavoro.
In Norvegia il 45% della popolazione lavorativa è esposta a questi
fattori di rischio e il 10%. è in prestazioni di invalidità, quota
superiore alla media europea del 6% (dati OCSE)

Tassi di disabilità sono risultati più elevati tra le donne, nei
lavoratori più anziani, per quelli con un minor numero di anni di
istruzione e quelli con livelli più elevati di stress psicologico e
disturbi muscoloscheletrici.

La ricerca è stata condotta con un campione di 12.550 intervistati di
età compresa tra i 18 e i 66 anni impiegati stabilmente in un lavoro
retribuito per almeno 10 ore settimanali. Le interviste sono state
ripetute dopo tre anni per poter effettuare uno studio di follow-up.

176 (il 2,6% degli intervistati) gli individui che dopo tre anni sono
risultati inabili al lavoro.

Cinque i fattori psicosociali legati al lavoro e otto le esposizioni
meccaniche cui più frequentemente sono risultati esposti i
lavoratori.
Tra questi, il lavoro monotono e bassi livelli di supporto da parte
della leadership si sono dimostrati essere i principali predittori
psicosociali della inabilità al lavoro

Tra i rischi meccanici causa più diffusa all'inabilità al lavoro
sono l'esposizione a vibrazioni sul corpo intero, l'esecuzione
continuata di pesante lavoro fisico, l'esposizione a posture
incongrue che determinano flessione del collo e lo svolgimento di
mansioni che obbligano ad una prolungata stazione eretta.

Lo studio ha mostrato che il tasso di inabilità aumenta con l'età ed
è più alto tra le donne ( 3,4 % ) rispetto agli uomini (1,9 % ) ,
tra i lavoratori con livelli più bassi di istruzione (è il 6 % per
quelli educati a livello di scuola di base ) rispetto a quelli con
istruzione universitaria ( 0,6 % ). Più alto anche nei lavoratori con
livelli più elevati di stress psicologico e che soffrono di disturbi
muscoloscheletrici.

Per approfondire: Risk factors for work disability [1]



Links:
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[1] http://www.eurofound.europa.eu/ewco/2013/06/NO1306019I.htm


http://www.mog231.it/inabilita-al-lavoro-rischi-meccanici-e-psicosociali-su-eurofound-studio-norvegese/

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