mercoledì 22 febbraio 2012

MOG 231

Equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, e-fact EU-OSHA
pubblicato il: 22 febbraio 2012 alle ore 12:47
fonte: MOG 231
link: http://www.mog231.it/equilibrio-tra-vita-lavorativa-e-vita-privata-e-fact-eu-osha/

BILBAO – Pubblicato da EU-OSHA l'e-facts *"Problemi di famiglia ed
equilibrio tra lavoro e vita privata"*. Pubblicazione al momento
disponibile in lingua inglese.

La società e il mondo del lavoro sono radicalmente cambiati nelle
ultime poche decine di anni: da famiglie mono reddito in cui era
l'uomo a lavorare si è passati a famiglie in cui entrambi i
genitori lavorano. I ritmi e la qualità del lavoro si sono
trasformati caratterizzandosi per la grande flessibilità,
specializzazione e precarietà.

I lavoratori, uomini e donne, di oggi devono letteralmente fare i
conti con i tempi di lavoro e i tempi di vita familiare e  perseguire
con fatica un *equilibri*o tra i due, equilibrio che deve essere
raggiunto per quanto riguarda la quantità di tempo dedicato ad ognuno
dei due aspetti della vita, il coinvolgimento psichico e emotivo nei
due ambiti e la soddisfazione che ogni aspetto della vita riesce a
dare.

Spesso questo equilibrio non si raggiunge e i lavoratori si trovano a
vivere delle situazioni di conflitto tra la vita familiare e la vita
lavorativa, conflitti che possono scaturire dalla diseguale
distribuzione del tempo, dalla disparità dell'impegno o da diversi
comportamenti.

Il conflitto che in Europa si genera di solito è legato al *fattore
tempo*:

* Il 27% dei lavoratori europei ritiene di passare tropo tempo a
lavoro;

* il 28% dei lavoratori ritiene di poter passare troppo poco tempo
in famiglia;

* 36% dei lavoratori afferma di non aver tempo sufficiente per gli
amici e le relazioni sociali;

* il 51% dei lavoratori afferma che non ha tempo per coltivare i
propri interessi.

Il *conflitto "famiglia- lavoro"* è una situazione che può
mettere in crisi un individuo e determinare un peggioramento dello
stato di salute sia mentale che psichica, un basso grado di
soddisfazione, un alto livello di stress, una maggiore tendenza
all'abuso di alcol, ansia, depressione, disturbi alimentari e
affaticamento cronico.

Inoltre questa situazioni possono tradursi in un fattore negativo per
l'*organizzazione lavorativa* dove i fenomeni descritti possono
legarsi a:

* Diminuzione della soddisfazione del dipendente nei confronti del
suo lavoro;

* assenteismo e aumento della mobilità;

* abbassamento delle performance e innalzamento del livello di
stress;

* intenzione di lasciare l'organizzazione per cui si lavora.

Cosa possono fare i datori di lavoro per *contrastare il fenomeno*? Un
primo livello di interventi riguarda l'organizzazione del lavoro e
la possibilità di intervenire sui suoi orari. Negli ultimi anni si
sono sperimentate varie alternative al lavoro a tempo pieno, con i
propri pro e contro:

* Il part-time permette di guadagnare del tempo per stare in
famiglia, la retribuzione è ridotta e può crearsi il rischio che
su un orario ridotto venga caricato tutto il lavoro che sarebbe
stato svolto a tempo pieno;

* soluzioni di flessibilità dell'orario quotidiano con entrate ed
uscite dal lavoro variabili e gestite direttamente dal lavoratore;

* settimana di lavoro compressa, con pochi lunghi giorni lavorativi
(fino a 12 ore) e tre o quattro giorni di riposo può aumentare la
possibilità di curare i rapporti sociali.

Cosa possono fare i *lavoratori*? Prima di tutto è bene informarsi:
spesso i lavoratori non sono nemmeno a conoscenza delle opportunità
che possono essere attuate. In seconda battuta è utile condividere
tra colleghi le problematiche legate al conflitto famiglia-lavoro, in
questo modo si possono creare dei rapporti di sostegno reciproco e
imparare gli uni dagli altri come trovare soluzioni efficaci. Un'altra
ipotesi per affrontare un periodo particolarmente oneroso a livello
familiare é quello di  valutare di ridurre temporaneamente gli orari
di lavoro. In ultimo sarebbe bene almeno ogni anno fare col proprio
dirigente il punto della situazione esplorando possibili soluzioni
alternative.

A livello *normativo* uno strumento diffuso su base comunitaria per
sostenere la *genitorialità* è l'istituto del congedo parentale
che consiste nella possibilità di uno dei due genitori, in caso di
nascita o di adozione, di assentarsi dal luogo di lavoro per quattro
mesi. Al ritorno il neo-genitore potrà riprendere la sua posizione 
o rientare in una posizione equivalente ed adeguata alla sua nuova
situazione di vita.

*Per approfondire:* Prestare la giusta attenzione all'equilibrio
lavoro-famiglia.

vedi l'originale (Equilibrio tra vita lavorativa e vita privata, e-fact EU-OSHA) su: http://www.mog231.it/equilibrio-tra-vita-lavorativa-e-vita-privata-e-fact-eu-osha/

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