giovedì 31 ottobre 2013

MOG 231 - Modelli di Organizzazione e Gestione

Un nuovo post "Gli effetti acuti del campo magnetico, gli studi epidemiologici" è stato pubblicato il giorno 31 ottobre 2013 alle ore 15:40 all'interno di "MOG 231 - Modelli di Organizzazione e Gestione".

Gli effetti "acuti" (detti anche effetti di *"alto livello"*) sono
caratterizzati dall'essere:

* *immediati*, perché si verificano immediatamente appena si espone
l'individuo al campo magnetico e scompaiono, salvo conseguenze
permanenti, al termine dell'esposizione;

* *oggettivi*, perché si verificano su tutti gli individui senza
eccezioni, salvo al più variazioni individuali del valore di
soglia.

Gli effetti acuti *sono attribuibili* alla densità di corrente
indotta dal campo magnetico esterno nei tessuti degli organismi
esposti. Ai livelli più bassi si tratta di interferenze nella
percezione sensoriale:
a) a livello oculare (percezione di lampi luminosi e colorati, detti
"fosfeni");
b) a livello tattile (sensazione di pizzicore);
c) contrazioni muscolari, extrasistole cardiache, fibrillazione
ventricolare, sensazione di calore (a livelli più elevati).

La sperimentazione su volontari ha permesso di accertare quali sono
gli effetti immediati ed oggettivi provocati dalla corrente indotta in
un individuo esposto al campo magnetico a bassissima frequenza.

Nella tabella, gli effetti più significativi***.

Gli *studi epidemiologici*, che sono indagini sanitarie condotte con
metodi di tipo statistico, hanno come obiettivo quello di evidenziare
eventuali associazioni tra esposizione a fattori di rischio ed
insorgenza di patologie. Nel caso che qui ci interessa, viene
confrontato il grado di esposizione al campo magnetico a bassissima
frequenza di *due campioni di popolazione*, uno costituito da
individui affetti dalla patologia su cui si vuole indagare, l'altro da
individui sani che per ogni altra caratteristica (sesso, età
condizioni socioeconomiche e così via) risultano confrontabili con
gli individui del primo campione.

Dalla elaborazione dei dati dell'indagine viene ricavato un parametro,
detto *"rischio relativo"* ("odds ratio"), che indica *quanto
l'esposizione al campo magnetico renda eventualmente più probabile
l'insorgenza della patologia esaminata*.

Peraltro, sulla validità/utilità degli studi epidemiologici si sono
registrate molte riserve ****

***La dosimetria si occupa di stabilire le relazioni tra campo
magnetico esterno e densità di corrente indotta. Tali relazioni sono
state oggetto di indagini accurate a partire dai primi anni novanta.

La densità di corrente indotta è proporzionale alle intensità del
campo magnetico ed alla frequenza.

La costante di proporzionalità dipende:

* dalle condizioni di esposizione;

* dalla localizzazione dell'organo interessato;

* dalle sue proprietà dielettriche.

**** Infatti:

* molti degli studi epidemiologici risultano carenti sul piano della
significatività statistica (a causa della bassissima incidenza
delle patologie considerate);

* sono assai frequenti discordanze nei risultati tra indagini
simili;

* non mancano lavori con risultati completamente negativi;

* non esiste, salvo che in pochi casi, un relazione dose/risposta;

* le evidenze di laboratorio sono del tutto insufficienti;

* non è stato finora possibile suggerire un meccanismo biologico
plausibile per spiegare i risultati degli studi.

_Continua lunedì 4 novembre..._

*Leggi:*Inquinamento elettromagnetico, frequenza del campo, norme di
sicurezza
campi elettromagnetici, sorgenti
Vdr 31 ottobre



http://www.mog231.it/gli-effetti-acuti-del-campo-magnetico-gli-studi-epidemiologici/

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