giovedì 13 giugno 2013

MOG 231 - Modelli di Organizzazione e Gestione

Un nuovo post "Lavoro minorile, rapporto Ilo sul domestic work; l'Italia analizzata da Save the Children" è stato pubblicato il giorno 13 giugno 2013 alle ore 11:28 all'interno di "MOG 231 - Modelli di Organizzazione e Gestione".

ROMA*_–_*Pubblicato da *Ilo* in occasione della Giornata mondiale
contro il lavoro minorile celebrata ieri 12 giugno, il nuovo
rapporto*_Ending child labour in domestic work - Mettiamo fine al
lavoro domestico dei minori_*.

Secondo i dati comunicati da Ilo sono *10,5 milioni i bambini e le
bambine* che lavorano come domestici in case private anche essendo al
di sotto dell'età minima legale.

Tra questi 10 milioni, 6 milioni e mezzo hanno tra i 5 e i 14 e il 71%
sono bambine. Il dato informa inoltre sulle loro condizioni di vita. I
minori si occupano delle case, della manutenzione e dell'assistenza
personale in case private e presso datori di lavoro, sono spesso
esposti a *condizioni di lavoro disumane*, a *violenze psicologiche e
sessuali*, invisibili e lontani dalle proprie famiglie.

In molti Paesi il lavoro minorile domestico viene distorto da ambigue
relazioni con le famiglie dei datori di lavoro, con bambini che vivono
in contesti familiari ma che allo stesso tempo sono a tutti gli
effetti soltanto lavoratori e non membri delle stesse famiglie.
Carenze di cure quindi e sfruttamenti.

"La situazione di molti bambini lavoratori domestici non solo
rappresenta una grave *violazione dei  diritti dell'infanzia*, ma
è di ostacolo al raggiungimento di molti obiettivi di sviluppo
nazionali e  internazionali", ha dichiarato il direttore del
Programma Ilo per l'eliminazione del lavoro minorile, Constance
Thomas.

Ilo invita pertanto la comunità internazonale e i governi a
ratificare la convenzione 138 sull'età minima di ammissione al lavoro
e la convezione 192 sulle peggiori forme di lavoro minorile.

Per quanto riguarda il tema specifico dell'edizione 2013 della
giornata, il lavoro domestico, l'invito è rivolto alla ratifica della
convenzione 189, lavoro dignitoso per i lavoratori domestici.

Restando sul tema, l'11 giugno a Roma è stata presentata la ricerca
*_Game Over – Indagine sul lavoro minorile in Italia_*, condotta da
Save the Children e dall'Associazione Bruno Trentin.

**

*5,2%*, questa la percentuale dei *minori nella fascia di età 7-15
anni* impiegati nel lavoro minorile: circa *260.000 i pre-adolescenti
che lavorano*. Tra questi sono circa 30.000, tra i  14 e 15 anni,
quelli che sono impiegati in *mansioni pericolose per la salute*, la
sicurezza o integrità morale, svolte anche di notte e con orari che
non permettono un regolare svolgimento degli studi e tempi adeguati di
riposo e di svago.

In piccola percentuale, ma comunque presenti, i bambini lavoratori
minori di 11 anni (0,3%). Il numero di minori impiegati cresce al
crescere dell'età: 3% tra gli 11-13enni e il 18,4% tra i 14 e 15
anni.

L'aumento di minori che lavorano in questa fascia d'età è da
mettere in relazioni al fenomeno degli *_Early school leavers_*,
ragazzi che abbandonano la scuola precocemente, fenomeno che in Italia
raggiunge percentuali tra le più alte in Europa: "il *18% dei giovani
tra i 18 ed i 24 anni* ha conseguito al massimo il titolo di scuola
media e non ha concluso un corso di formazione professionale
riconosciuto dalla Regione di durata superiore ai 2 anni".

Buona parte delle esperienze di lavoro dei minori tra i 14 e 15 anni
sono a carattere occasionale (40%), ma circa il 25% dei minori
 lavora per periodi fino a un anno e con un orario di circa cinque
ore di lavoro al giorno.

Il 41% dei minori è impiegato nelle mini o micro imprese a gestione
familiare e circa il 30% è impegnato al disbrigo di lavori domestici
in modo continuativo e per molte ore al giorno, anche in conflitto con
l'orario scolastico. Più di 1 su 10 lavora presso attività
condotte da parenti o amici e il restante 14% dei minori lavoratori è
occupato in lavori per persone estranee all'ambito familiare.

*Professioni più comuni* tra i ragazzi sono quelle nel settore della
ristorazione come il barista o il cameriere, l'aiuto in cucina, in
pasticceria o nei panifici (18,7%). Frequente anche l'impiego come
commessi, nelle pulizie e o nel lavoro agricolo e di allevamento di
animali (13,6%). 1,5 i minori impiegati in cantiere, in attività ad
altissimo rischio per la salute e la sicurezza. 4% la quota di baby
sitter minori.

Nel complesso si tratta di mansioni che non aggiungono nuove
competenze per arricchire le possibilità di inserimento adulto nel
mondo del lavoro qualificato e solo il *45% dei minori che lavora
percepisce un compenso*.

"Dalle voci dei ragazzi raccolte con la ricerca partecipata" - ha
dichiarato Raffaela Milano, direttore Programmi Italia-Europa di Save
the Children - "emerge il forte legame tra lavoro minorile,
disaffezione scolastica e reti familiari e sociali, che si trasforma
in una  vera trappola  quando l'opportunità di soldi facili
arriva a coinvolgere i minori in attività criminali".

Decisivo il *ruolo della famiglia* nell'impegno lavorativo del minore.
Due le tipologie di familiari riscontrate: quelle indigenti in cui il
lavoro dei figli è una necessità e quelle assenti che non combattono
contro l'abbandono scolastico dei propri figli e pur di non lasciare
il ragazzo in strada preferiscono che si impeghi in qualsiasi modo,
anche in situazioni di rischio. Alla famiglia quindi devono essere
indirizzati programmi diversificati di sostegno. Tramite il
rafforzamento e l'impegno nell'altro anello debole e concausa del
lavoro minorile, le carenze del sistema formativo in Italia.

*Per approfondire:* Ending child labour in domestic work [1]Save the
Children, indagine lavoro minorile in Italia [2]



Links:
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[1] http://www.savethechildren.it/IT/Tool/Press/All/IT/Tool/Press/Single?id_press=592&year=2013
[2] http://www.savethechildren.it/IT/Tool/Press/All/IT/Tool/Press/Single?id_press=592&year=2013


http://www.mog231.it/lavoro-minorile-rapporto-ilo-sul-domestic-work-litalia-analizzata-da-save-the-children/

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